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SAMT Blog

Risk-on: quanto può durare?

17. December 2023, by Mario V. Guffanti
Technical Analysis,  Italian

La potenziale call rialzista di cui abbiamo parlato nell’ultimo articolo di novembre, si è sviluppata in questo periodo in modo molto rapido e con modalità ben superiori alle aspettative. I dati macro favorevoli di cui parlavamo e un certo atteggiamento benigno da parte delle banche centrali, hanno favorito l’incremento del mercato azionario e obbligazionario, portando i tassi a lungo termine verso il basso.

Ma la rapidità e la profondità dei movimenti lasciano la maggior parte degli operatori di mercato perplessi: i livelli di prezzo attuali, soprattutto sulla parte obbligazionaria a lungo termine, stanno scontando uno scenario che non è quello indicato nei progetti di taglio dei tassi da parte delle banche centrali.  Cosa possiamo quindi aspettarci nel prossimo periodo?

Iniziamo l’analisi riprendendo i grafici aggiornati e pubblicati agli inizi di novembre: guardando il primo grafico, possiamo notare che il motore che ultimamente continua a condizionare i movimenti del mercato azionario (indice S&P 500 nel riquadro superiore), è sempre quello dei tassi governativi a lungo termine (Treasury decennali nel riquadro inferiore). Continua pertanto la correlazione negativa (al salire dei tassi l’indice azionario scende – e viceversa). Va però posta molta attenzione al momento storico: in genere questo tipo di correlazione, se l’inflazione core scende sotto il 4%, si inverte (cioè, quando scende il mercato azionario, i titoli governativi riprendono di nuovo la loro funzione difensiva, ed in quel caso scendono anche i tassi).

20231217 01 S&P 500 & US Treasury Yield short term view

L’inversione di breve termine della curva dei decennali, nel momento in cui ha raggiunto la soglia psicologica del 5%, è stata favorita da una serie di dati macro, tra cui dati sull’occupazione americana inferiori alle attese, che hanno portato il mercato a pensare che i tagli dei tassi delle banche centrali sono ora più vicini.

Attualmente i tassi dei decennali si trovano sul supporto attorno al 61,8% di Fibonacci (livello del 3,9% di tasso), ed il movimento stagionale è molto simile a quello che è avvenuto nello scorso anno (si vedano nel grafico le due zone con sfondo verde).

L’indice S&P 500 ha superato l’importante area di congestione che avevamo indicato nel precedente articolo attorno a 4.350/4.400 (linea tratteggiata rosa orizzontale), ha raggiunto il primo target di prezzo (linea continua rosa orizzontale) corrispondente all’ampiezza del canale ribassista di breve termine (indicato con le linee tratteggiate rosse), e si sta indirizzando verso la parte superiore del canale di medio termine (linee tratteggiate blu).

Quanto spazio può avere ancora questo rialzo nel settore azionario? Se andiamo a guardare l’andamento del respiro del mercato attraverso una verifica di quanti titoli dell’indice sono attualmente al di sopra della media mobile a 200 giorni, possiamo vedere nel riquadro inferiore del grafico sottostante, che è stato nuovamente raggiunto il livello attorno a 75, che fa un po’ da spartiacque. Negli ultimi 5 anni ogni volta che l’indicatore è arrivato attorno a questo livello abbiamo avuto in 11 casi la formazione di un massimo di mercato (l’ultima volta è accaduta quest’anno nel mese di agosto), ed in due casi una continuazione del mercato rialzista.

20231217 02 S&P500 and percentAboveMM200

Per avere il terzo caso statistico di una continuazione del trend azionario, dobbiamo capire l’impostazione dei tassi a lungo termine per il prossimo futuro. Comunque, non è da escludere nel prossimo periodo una pausa da parte dei mercati, oppure anche un certo ritracciamento. I prezzi sulla parte azionaria hanno avuto in certi giorni dei rialzi molto veloci che, come avevamo segnalato, hanno creato dei gap (si legga in merito all’argomento l’articolo di novembre). Statisticamente la maggior parte dei gap di prezzo vengono ricoperti nel periodo successivo, ma attualmente non è ancora successo. Questo, quindi, favorisce la visione di un mercato che ha ancora voglia di salire, sebbene la maggior parte degli indicatori siano in posizioni estreme.

Un dato interessante, che ci deriva dall’osservazione della forza relativa del settore Growth rispetto a quello Value, ci sta indicando una nuova fase di prevalenza del secondo.

Guardando il grafico dell’ultimo anno del ratio di forza relativa, possiamo notare che l’indicatore ha fatto una inversione con un testa-spalle ribassista, uscendo anche dal canale rialzista del 2023. Una rotazione settoriale potrebbe favorire la continuazione del trend azionario.

20231217 03 Growth vs Value 2023

Se guardiamo le curve dei principali futures sulle obbligazioni (Treasury USA, Bund tedesco, OAT francese e BTP italiano), possiamo notare che i prezzi hanno avuto, in termini di incremento percentuale, la stessa performance che è avvenuta a fine del 2022 (si vedano le zone indicate nelle ellissi dei vari grafici). Però la situazione in termini di indicatori è ben diversa: attualmente tutti i mercati hanno superato la media mobile a 200 giorni, e gli oscillatori di breve (RSI), a differenza della situazione del 2022, sono riusciti a superare il livello di 70 (ad eccezione del Treasury americano che andrà seguito con attenzione nel prossimo periodo). A livello di MACD sono tutti ancora molto bene impostati, cosa non avvenuta nel 2022.

20231217 04  Bond Futures

Se guardiamo il grafico del Treasury decennale con un orizzonte temporale di più largo respiro (dati mensili), notiamo che la divergenza di cui avevamo parlato ha anticipato l’inversione dei prezzi. Da capire quanto forte sarà nel prossimo periodo, visto che comunque sta avvenendo in un mercato ribassista. Ho segnato nel grafico con delle parabole di colore verde, un potenziale testa e spalle in via di sviluppo. Se si chiudesse il pattern, avremmo come potenziale conferma di inversione trend, il livello del 3,25% (la zona nel grafico 1 da cui parte la prima linea di base di Fibonacci - in rosso - che corrisponde al minimo di aprile).

20231217 05 US10ygraph

Il maggior rischio all’interno di questo scenario è rappresentato dalla variabile geopolitica, a sua volta legata a doppio filo al prezzo del petrolio. I tassi governativi decennali ed il prezzo del petrolio sono negli ultimi tempi correlati positivamente. Un rialzo importante del petrolio potrebbe riportare i tassi decennali nella zona del 5% o anche oltre. Di seguito un grafico per notare la similitudine nell’andamento del Light Crude Oil (riquadro superiore), con il tasso dei Treasury decennali (riquadro inferiore).

20231217 06 Light Crude Oil & US Treasury Yield

Riassumendo, i prezzi stanno confermando il rialzo anticipato dagli indicatori e dai dati macro agli inizi di novembre. Tuttavia, il mercato obbligazionario si è mosso troppo velocemente e sta anche scontando uno scenario diverso da quello annunciato dalle banche centrali. Gli indicatori sono tutti molto tirati. È possibile quindi una pausa o un parziale storno da parte dei mercati finanziari. L’importante per l’indice S&P 500, sono i supporti a 4.400 (zona di congestione da cui è partito il trend attuale), e il fondamentale minimo a 4.100. È il momento di pensare anche all’azionario Value. Per quanto riguarda i tassi decennali, abbiamo un importante supporto al 3,25%, ma prima di una nuova potenziale onda impulsiva verso quel livello di prezzo, è ragionevole pensare ad un ritracciamento. Particolare attenzione va rivolta al prezzo del petrolio che potrebbe diventare, in piccole dosi, un asset di diversificazione all’interno del portafoglio (sostenibilità permettendo…).

 

About the author

Mario Guffanti

Mario Valentino Guffanti is a board member and Head of the Lugano Chapter. He is a financial advisor, technical analyst and researcher based in Milan, Italy. As an author of technical articles and lecturer as well as instructor in technical analysis courses in Switzerland, he is also dedicated to financial coaching through NLP techniques (neuro-linguistic programming).

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